Per la storiografia ufficiale i Messapi furono a lungo un “popolo di Confine”, anche rispetto ai grandi eventi storici, acculturati poi dalla città greca Taranto. Il rapporto tra la Messapia e le altre zone vicine e lontane del Salento è costante oggetto di studi e ricerche storico-archeologiche condotte dall’Università di Lecce.
Alla fine degli anni ’60 sono state effettuate straordinarie scoperte nelle città indagate, Alezio, Cavallino, Vaste, Rudiae, Lecce, Valesio; nei porti e gli approdi come Leuca, Otranto, Torre San Giovanni di Ugento, Torre dell’Orso, San Cataldo; nei luoghi di culto ed i santuari di Leuca, Oria e Roca.
Queste scoperte hanno contribuito a ricostruire, a grandi linee, la distribuzione e l’uso delle loro terre.
La civiltà messapica è caratterizzata da una nuova ceramica, simile a quella micenea, ma appartenente a gruppi che non trovano un preciso riscontro nelle scoperte realizzate nel Bacino dell’Egeo. Si tratta di una speciale ceramica a ornamenti geometrici con forme singolari di vasi detti “Trozzelle” ad alti manici e anfore a collo largo.
L’economia messapica era fondamentalmente di tipo agricolo. Coltivavano l’ulivo e la vite, si dedicavano alla pastorizia, all’apicoltura e all’allevamento dei cavalli.
Gli uomini indossavano una veste lunga con il cappuccio e calzavano sandali. Le donne mettevano lunghe tuniche e si ornavano il capo con una corona. Le tombe, nel periodo più antico a forma di tumuli e successivamente ad ipogei, dimostrano che i defunti venivano inumati.
I Messapi subirono l’influenza greca anche per la religione, come testimoniano i nomi delle divinità messapiche che richiamano alcune tra le più importanti divinità dell’Olimpo. Scoperte più recenti, compiute dall’Università di Lecce nelle grotte di Torre dell’Orso e della “Poesia” di Roca, hanno consentito di scoprire i nomi di alcune divinità messapiche, tra cui Tator o Taotor.
L’organizzazione politica dei Messapi era in città gestite da oligarchie gentilizie unite in confederazione capeggiata da un re.
La leggenda narra che il primo re dei messapi fu Iapige.
Questo popolo, legatissimo alla sua terra, non aveva mire espansionistiche, perciò non ha mai pensato a guerre di conquista e si era organizzato solo per difendere, fino all’ultimo respiro, il proprio territorio dalle continue incursioni di Taranto e di avventurieri stranieri.
I più importanti centri messapici sono: Alezio, Cavallino, Ceglie Messapica, Gallipoli, Lecce, Manduria, Muro Leccese, Oria, Ostuni, Patù, Soleto, Ugento, Vaste, Vereto, Vitigliano. In tutti questi antichi centri sono stati trovati insediamenti, e rinvenuto materiale archeologico di grandissimo valore, come monete, ceramiche, armi. Il “sito” di Cavallino è tra i più importanti perchè l’insediamento ha conservato integra la sua omogeneità sociale e culturale ed è urbanisticamente sistemato con una cinta muraria e un fossato per l’intera lunghezza del perimetro cittadino.